Diario
Giorno 12 - Los Cuatro/Los Lagos Llifen 85 km
Oggi, più che mai, il viaggio è fatto di incontri. Piccoli gesti e parole che, senza che ce ne accorgiamo, lasciano un segno profondo nel nostro cammino. Un intreccio di vite che, per un momento, si incrociano con la nostra, arricchendoci di storie, sorrisi, e quell’umanità diretta e sincera che solo certe terre sanno regalare.
C’è Bruno, che ci ferma lungo la strada a Futrono per sapere chi siamo, da dove veniamo, quale percorso ci ha condotti fin qui. Solo dopo aver ascoltato con attenzione ci offre informazioni utili, come se prima avesse voluto davvero conoscerci. C’è la signora del chiosco lungo lo stradone, che vende frutta e bevande e, senza esitazione, ci apre le porte di casa sua. C’è Esteban e la sua famiglia, che da dieci giorni hanno aperto il Caffè Patagonia sulla strada per Llifen: ci raccontano del loro viaggio in Italia, e nel salutarci ci regalano parole che rimarranno scolpite nella memoria:
“Siempre serás bienvenido... esta es tu casa!!”
E poi ci sono loro, le decine di persone che alzano una mano in segno di saluto, che suonano il clacson per incoraggiarci, che ci affiancano in macchina abbassando il finestrino e gridano con entusiasmo:
“¡Fuerza Italia!”
Un mondo che ci accoglie, che ci fa sentire parte di esso, che ci avvolge con un’umanità spontanea e vera. È una sensazione bellissima, che scalda il cuore più di qualsiasi sole.
La Tappa
Partiamo presto, forse spinti dal desiderio di lasciare in fretta l’hospedaje in cui abbiamo pernottato. Sensazioni che tutti condividiamo, senza bisogno di troppe parole.

La strada ci accoglie subito con il ripio, un compagno di viaggio che probabilmente, tra qualche tempo, scomparirà, dato il numero di cantieri che stanno trasformando questi sentieri in asfalto. Oggi ci aspettano 40 km di salite particolari: non troppo lunghe, ma con pendenze che toccano il 17-18%, e affrontarle sul ripio non è certo una passeggiata.

Attraversiamo allevamenti di cavalli e mucche al pascolo, campi di granoturco e patate. I cani randagi ci accompagnano lungo il tragitto, liberi e indipendenti come in tutto il viaggio. Alcuni abbaiano con insistenza, e serve solo un gesto per farli desistere, ma la loro determinazione è quasi ammirevole.
L’arrivo al Lago Ranco
Finalmente, davanti a noi, si apre il Lago Ranco, un vero gioiello incastonato tra le montagne. La sua bellezza è evidente dall’afflusso turistico: le spiagge affollate, il traffico più intenso. Futrono e Llifen sono mete ambite, e con una giornata così calda, la tentazione di un bagno nel lago è forte.

Troviamo una cabaña spaziosa a un ottimo prezzo, con un sicuro riparo per le biciclette. E come ogni giorno, concludiamo il nostro viaggio con una birra artigianale, brindando alla fatica e alle emozioni di un’altra tappa straordinaria.

Il Tesoro dei Laghi
Il Lago Ranco non fa parte del circuito ufficiale dei Sette Laghi Cileni, che contrastano con i Sette Laghi Argentini attraversati nella prima parte del nostro viaggio. I sette laghi del sud del Cile sono:
- Calafquén
- Pullinque
- Pellaifa
- Neltume
- Pirehueico
- Panguipulli
- Riñihue
Ne abbiamo già visti molti, ognuno con la sua storia e il suo riflesso d’acqua che racconta qualcosa di antico.
Questi laghi sono il cuore pulsante di queste terre, alimentati dalle acque delle Ande, dai laghi Lácar e Nontué in Argentina, e infine trasportati fino all’Oceano Pacifico attraverso il fiume Hua Hum. Laghi di origine glaciale e vulcanica, testimoni di ere lontane, che oggi fanno da sfondo al nostro viaggio.
Ognuno di loro è un pezzo di questo percorso incredibile, una memoria incisa nelle ruote delle nostre bici, nelle mani coperte di polvere, nei sorrisi scambiati lungo la strada.
Ed è così che il viaggio continua, tra paesaggi indimenticabili e incontri che, per un istante, ci fanno sentire eroi di questa piccola grande avventura.