Diario
Giorno 6 - Villa Río Hermoso – Puerto Fuy, 110 km (85 km in bici, 25 km in traghetto)
Ci mettiamo subito in salita, dirigendoci verso San Martín de los Andes, immersi in un paesaggio che sembra uscito da un film western: formazioni rocciose lisce e arrotondate, cavalli e mucche al pascolo, e una vegetazione bassa che lascia intravedere l’orizzonte sconfinato. La Ruta 40 continua a essere il nostro compagno di viaggio, ma oggi è più silenziosa, meno trafficata rispetto ai giorni precedenti. Solo motociclisti carichi di bagagli attraversano questa strada, diretti a mete lontane, forse alla Bolivia.
San Martín segna la fine della Ruta 40 e della spettacolare Ruta Escénica de los Siete Lagos, ma anche un addio importante: salutiamo Claudio e Ana, i nostri compagni di viaggio degli ultimi due giorni. Le serate trascorse con loro, tra risate, buon cibo e racconti, resteranno un ricordo prezioso.
Ripartiamo da San Martín, ma la strada si fa subito ostica. Una salita impossibile con una pendenza del 18% ci costringe a scendere dalla bici e affrontarla a piedi. Il tempo stringe: dobbiamo arrivare a Puerto Pirihueco entro le 18 per prendere il traghetto, ma la sfida non è ancora finita.
Non avevamo considerato la difficoltà della RN48, una strada di ripio (ghiaia mossa e polverosa), che costeggia il lago Lacar. Oltre al fondo insidioso, un vento laterale patagonico ci mette alla prova, mentre il traffico solleva nuvole di polvere che si infilano ovunque: nelle borse, nei vestiti, persino nei pensieri. 48 chilometri di polvere, vento e fatica, una battaglia che sembra non finire mai.
Alla fine, raggiungiamo la tranquilla insenatura di Hua Hum, un piccolo angolo di pace sulla punta nord del Lago Lacar. Ma il tempo, implacabile, ci gioca contro. Ci aspettano ancora le procedure per il passaggio della frontiera tra Argentina e Cile, un processo lungo e dettagliato. I controlli sono accurati, e le biciclette attirano particolare attenzione: marca, colore, dimensione delle ruote, tutto viene certificato con cura.
Il tragitto in traghetto, lungo un’ora e mezza, diventa un’occasione per riposare e riflettere sulla giornata. Quando finalmente arriviamo a Puerto Fuy, è già buio, e il freddo pungente ci avvolge. Troviamo la cabana, un rifugio che ci incuriosisce per il contesto in cui si trova, che scopriremo solo alla luce del sole.
Se non fosse per la polvere che ci ricopre, il richiamo del letto sarebbe irresistibile. Ma anche con la stanchezza e i vestiti intrisi di terra, questa giornata è stata un’altra straordinaria avventura nella selvaggia e imprevedibile Patagonia. **Ogni sfida affrontata qui rende il viaggio ancora più memorabile.



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