Diario
Giorno 2 - Ensenada - Peulla, 57 Km ( 17 Km in bici, 40 Km aliscafo)
Il nostro secondo giorno patagonico ci immerge nella magia della prima parte del **"Cruce Andino"**, un’esperienza unica che collega due mondi attraverso montagne, laghi e vulcani.
Dopo una notte discreta, ci mettiamo in sella di buon mattino, sfidando i 6 gradi che avvolgono la splendida strada da Ensenada a Petrohué. La frescura ci sveglia e ci accompagna lungo un percorso quasi deserto, popolato solo da noi e da una coppia di ragazzi gallesi, con cui condividiamo la meta finale: Bariloche.
Il risveglio lento dei cileni ci regala un'atmosfera tranquilla. Qui il turismo inizia tardi, e la colazione non viene servita prima delle 8:30, un orario che per un ciclista significa essere già diversi chilometri avanti.
Pedaliamo attraverso il **Parco Nazionale Vicente Pérez Rosales**, immersi in un paesaggio mozzafiato. I saliscendi, che abbiamo ribattezzato “**comerybeber**”, ci scaldano le gambe e ci preparano per le emozioni che verranno. Il **Vulcano Osorno**, sempre maestoso, continua a vegliare su di noi, mentre all’orizzonte compare un’altra meraviglia naturale: il **Vulcano Puntiagudo**, con i suoi quasi 2.500 metri e un passato dormiente da oltre 300.000 anni.
Poco prima di raggiungere Petrohué, ci imbattiamo in uno spettacolo naturale unico: una colata di terra vulcanica che si riversa nel piccolo emissario del **Lago Todos los Santos**, creando un vapore che danza sopra le acque, come un soffio caldo in questo regno di freddo.
Lì inizia la nostra navigazione. Il lago Todos los Santos ci accoglie con la sua quiete e i panorami da favola: foreste rigogliose, montagne imponenti e vulcani che si specchiano nelle acque verde smeraldo. L’aliscafo ci porta dolcemente per 40 km fino al piccolo porto di **Peulla**, dove tutti scendiamo: chi prosegue subito verso Bariloche in autobus, chi, come noi, si ferma per ripartire il giorno dopo, e chi rientra a Puerto Varas la sera stessa.
Peulla è un angolo remoto, dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Dedichiamo il pomeriggio a sistemarci e a immergerci in questa parte incantata del mondo, cercando di carpirne ogni segreto.
Domani ci attende la seconda parte del Cruce Andino: tre tratti in bici, due navigazioni e il tanto atteso (e temuto) **passaggio della frontiera tra Cile e Argentina al Paso Vicente Pérez Rosales**, situato a oltre 1.000 metri di altitudine su una strada bianca e polverosa.
La Patagonia continua a conquistarci, chilometro dopo chilometro, regalandoci una bellezza che sembra non avere fine.







