Diario
Giorno 9 - Villarrica – Las Hortensias, 80 km
Vivere. Come nella canzone di Vasco Rossi, oggi pedalare non è stato facile, ma lo abbiamo fatto comunque, sospesi tra fatica e bellezza, perché vivere è anche questo: affrontare, spingere, scoprire.
Dopo una colazione coreografica ma povera di sostanza, che pagheremo nel corso della giornata, partiamo immersi nella nebbia, una coltre creata dal microclima che unisce il Vulcano Villarrica e il lago omonimo. Fa freddo, i 10 gradi si fanno sentire, e il nostro respiro si mescola con l’umidità dell’aria.
Le strade sono tranquille, è una domenica cilena, lenta e silenziosa. Lungo il percorso, le persone si raccolgono in preghiera, sedute in cerchio, come se il mondo si fermasse per un momento di contemplazione. Questo silenzio ci accompagna, ma presto si rompe: inizia il ripio, oggi saranno 36 km, che si sommano ai 45 km di polvere affrontati ieri. La temperatura si alza man mano che ci allontaniamo dal lago, e con essa, la fatica.
La sorpresa della giornata arriva con una salita su ripio: 4 km di pendenze al 20%, impossibili da pedalare con il fondo scivoloso e il peso delle nostre borse. Spingiamo le bici con fatica, passo dopo passo, cercando di non cedere. Ogni metro conquistato sembra un trionfo. Vorremmo conoscere il nome di questo passo per custodirne la memoria, ma in Cile i passi non hanno nomi; curiosamente, però, ogni ponte, piccolo o grande, ne ha uno.
Spinti all’estremo, desideriamo solo mangiare, e la salvezza arriva con un market a La Esperanza (ah, i nomi che fanno sorridere!). Qui, panini di pane amasado imbottiti di formaggio diventano la nostra energia. Ripartiamo, alternando tratti di asfalto e ripio, ma il terreno è più abbordabile. Pedaliamo su un altopiano sconfinato, circondati da allevamenti immensi, dove mucche, cavalli, pecore e campi di grano si estendono a perdita d’occhio. Sullo sfondo, maestoso e immobile, si staglia il Vulcano Llaima, con i suoi 3.200 metri di altezza.
Prima di raggiungere Cunco, ci fermiamo per un gelato espresso in un piccolo chiosco lungo la strada. Era da tanto che non mangiavo un gelato, e quel momento semplice ci sembra un lusso. Attraversiamo Cunco velocemente, lasciandoci alle spalle l’impressione di una cittadina un po’ dimessa, che non ci invita a fermarci.
Decidiamo di proseguire per accorciare la tappa successiva e arriviamo a Las Hortensias, dove troviamo una cabana accogliente, gestita da persone calorose. Non solo ci ospitano, ma ci preparano una cena generosa: un enorme piatto di spaghetti con sugo e uovo, il perfetto finale per una giornata lunga e faticosa.
Ci troviamo nel cuore dell’Araucanía Andina, una terra che respira storie antiche e paesaggi grandiosi. Mentre ci prepariamo a riposare, il pensiero si posa sul percorso fatto e su quello che ancora ci attende. Perché, come canta Vasco, vivere è un atto di sfida e bellezza. E il viaggio continua.




